La Chiesa di San Michele a Pavelli

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La chiesa di San Michele a Pavelli (nome derivante dal patronimico romano Pavillius), posta a 270 metri sul livello del mare, si trova in un diverticolo della strada che va da Figline a Gaville, diverticolo che permette di raggiungere Ponte agli Stolli senza passare dall’antico castello degli Ubertini. La chiesa, già canonica quindi officiata da un gruppo di sacerdoti con un priore, a metà del secolo XI era stata ceduta alla curia di Fiesole dai signori di Cascia che facevano parte della ricca famiglia dei “filii Pagani” (poi Suavizi). San Michele quindi, di proprietà del vescovo fiesolano, aveva il patronato di altre quattro chiese più piccole: Santa Maria, sempre a Pavelli, San Michele in Casteldazzi, le chiese di Panicaglia e Tartigliese. Ricordata per la prima volta in un documento dell’abbazia di Passignano del 1079 è ancora menzionata nel 1092 in un altro rogito di Montescalari. Nei tempi più antichi era sotto la protezione del vicino Castelrotto, castello scomparso. Nel 1120 la chiesa è ricordata come “ecclesia et canonica Sancti Arcangeli sito jandicto Pavilli”; più comunemente viene ricordata spesso come S. Angiolo. Nel 1130 si fa menzione del Proposto Guido, e di altri canonici. Chiesa ricca perché vi affluirono lasciti dai fedeli di ogni ceto come nel 1139 quando al Proposto Ambrogio vennero donati “terra, gora, pescaia a Casale di Poggiale”, ed in seguito ci sono pervenute molti contratti di permute e compere varie. Nel 1168 sappiamo di un accordo tra la canonica di Pavelli e quella di S. Bartolommeo a Scampata nel quale la seconda acconsentì ad una cospicua serie di restituzioni che restauravano i diritti di Pavelli sia sulle decime dell’eredità lasciatele dalla famiglia degli Attingi, quanto su di una serie di oblazioni derivanti da una serie di sepolture di diverse famiglie proprietarie che abitavano lungo il torrente Cesto. L’accordo molto probabilmente era propedeutico per la rivoluzione territoriale che si sarebbe verificata di lì a poco. Infatti la chiesa canonica che fino a quel momento era compresa nel piviere di San Romolo a Gaville, fu da questo spostata nel 1175 quando il Vescovo di Fiesole Rodolfo istituì la Pieve di Santa Maria a Figline, facendola divenire suffraganea di questa nuova pieve. Con la canonica naturalmente furono spostate anche le quattro chiese di sua pertinenza e tutti i diritti che la canonica possedeva concorsero a rimpinguare il patrimonio della nuova pieve. La Chiesa di San Michele fu dunque il fondamento della nuova pieve di Figline tanto che il Priore della Canonica, Ambrogio, divenne il primo pievano di Santa Maria. La Canonica possedeva inoltre un suo Spedale, che sappiamo dipendente e diretto da quello di San Vito a Figline ed un mulino sul Cesto in località Poggiale, come abbiamo visto fin dal 1139. Questo mulino, insieme a quello attiguo posseduto dalla Canonica di San Bartolommeo a Scampata determinò una serie di liti tra San Bartolommeo e la nuova pieve di Figline che scaturirono anche in fatti di sangue. Questa vicenda fa parte di quel molto più controverso e lungo conflitto studiato dagli storici che vi riconoscono molte delle manifestazioni e motivazioni tipiche di questo periodo storico.

Come abbiamo visto la chiesa era stata istituita dalla iniziativa privata di alcuni nobili longobardi, ed era certamente di costruzione precedente alla ristrutturazione del XII secolo con cui ci è pervenuta, anche se in seguito subì varie trasformazioni che ne alterarono l’aspetto romanico, in parte però ancora oggi affiorante: specialmente nell’abside e nella parte posteriore che appaiono ancora oggi originali e che mostrano, sebbene a tratti, una pregevole fattura del filaretto alternato in pietre di alberese e arenaria. La chiesa è ad unica navata absidata con tetto a capriate. Nella parte sinistra era presente il campanile a torre che era stato integrato e rialzato in epoca moderna, molto probabilmente per un crollo. Di recente la parte superiore del campanile è stata rimossa. Le fotografie documentano purtroppo il degrado in cui versa una così antica e una volta potente e rispettata chiesa. Lo stato attuale non ne permette che una minima lettura.

Dalla Chiesa proviene un’interessante serie di insegne in legno policromo con Simboli della Passione di Cristo, utilizzate per la processione del Venerdì Santo; realizzate nell’Ottocento, sono attualmente conservate nel museo di Figline.

 

 

 

 

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