A Faeto, un’opera d’arte restaurata: L’Assunzione della Vergine di Neri di Bicci.

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Faeto è una delle frazioni montane del comune di Loro Ciuffenna , situata su un rilievo del Pratomagno a quota 612 m  e a 9 km di distanza dal capoluogo, è  interessata dai sentieri Cai 39 e 49. Il paese è molto piccolo, poche case intorno alla chiesa e lungo la strada comunale. Il nome “Faeto” deriva sicuramente dalla parola latina  “Fagus” (Faggio) visto che poco sopra alla borgata vi sono estesi boschi di questa pianta di montagna. Il Repetti nel suo monumentale “ DIZIONARIO GEOGRAFICO FISICO STORICO DELLA TOSCANA” del 1833-1846 scrive  “ Faeto (S. Maria a) nel Val-d’Arno Superiore. Unico popolo superstite fra tanti casali omonimi, nella comunità e circa 3 miglia a levante di Loro, giurisdizione  di Terranuova, diocesi e compartimento di Arezzo. È posto in costa sulla pendice meridionale di Prato-magno, fra i torrenti Cioffenna e Agna, che uno ha  a ponente e l’altro a levante. Esso è quel castello di Faeto o Faeta del circondario aretino, rammentato nel diploma concesso nel 1356 dall’ imperatore Carlo IV alla città di Arezzo. La parrocchia di Santa Maria a Faeto conta  289 abitanti”.

(Da notare che il Repetti scrive Loro senza Ciuffenna e Terranuova senza Bracciolini in quanto a metà Ottocento sia Loro che Terranuova non avevano  ancora il doppio nome, Loro lo prenderà nel 1862 e poco dopo Terranuova). Secondo l’ANNUARIO GENERALE dei comuni e delle frazioni d’Italia,  edizione 1980/1985 del Touring Club Italiano la frazione di Faeto contava( allora) 32 abitanti e la parrocchia, compresa Casamona e Pratovalle,  92 abitani. La piccola chiesetta di montagna di questo paese, oggi dipendente dalla Parrocchia di San Giustino Valdarno, conserva  una pala di altare restaurata recentemente e  attribuita a Neri di Bicci (1419 – 1492/93),   bravo artista fiorentino  discendente da una  affermata famiglia di pittori. Come si legge nel libro “NERI DI BICCI – L’assunzione della Vergine di Faeto in Pratomagno- Storia e restauro” a cura di Paola Refice e Isabella Droandi, edito da Edifir-Edizioni Firenze nel mese di Dicembre 2011, la datazione dell’opera è 1475- 1485. Il dipinto è una tempera grassa su tavola fondo oro (cm 150×134) con cornice modanata, dorata e dipinta non originale; rappresenta l’Assunzione della Vergine con i Santi Fabiano e Sebastiano, San Tommaso, angeli e il committente.

 

Sappiamo che i Santi Fabiano e Sebastiano sono generalmente venerati, insieme a San Rocco, quali protettori dalla peste e numerose sono le cappelle, i luoghi sacri a loro dedicati ( vedere Terre Alte- Chiesetta di Campiano– Pian di Scò). Ciò fa pensare (pag 11 libro Edifir  sopra citato) che il dipinto possa venire dalla chiesetta intitolata proprio a questi due martiri, esistente nella frazione della Traiana nel comune di Terranuova Bracciolini, che venne pesantemente ristrutturata nel Settecento e ospita ancora sull’altare un dipinto settecentesco con la Madonna e gli stessi due santi  della pala di Faeto. Da ricerche fatte, sembra che il dipinto   si trovasse nella chiesetta di Faeto già nel 1734. Fino a pochi anni fa la pala era in pessime condizioni, fra l’altro alcuni discutibili restauri avevano trasformato il soggetto della tavola da Assunzione della Vergine a Madonna del Rosario alterando completamente la fisionomia della Madonna. L’opera, mediante un accurato restauro portato avanti da R.I.C.E.R.C.A. (Ricerca Indagine Conservazione e Restauro: Consorzio Aretino) è stata riportata alla bellezza originale e può essere contemplata nella chiesetta di Faeto che la Domenica pomeriggio è sempre aperta. Un patrimonio artistico non solo di Faeto ma di tutta la nostra montagna.

 

NB. 1° foto: chiesetta di Faeto— 2° foto: Tavola ripresa dal libro —3° foto:  Posizione attuale del dipinto sopra l’ altare. “ Neri di Bicci…” ediz. Edifir pag 69 Foto e testo di Vannetto Vannini

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